Collezione
L’archivio di Radio Onda Rossa. Fonti digitali per la storia dell’Italia repubblicana
Le trasmissioni di Radio Onda Rossa documentano importanti avvenimenti della storia istituzionale, politica, sociale e culturale italiana a partire dalla data della sua fondazione nel 1977 e costituiscono una risorsa inesplorata e di rilievo non solo per la ricerca, ma anche per la memoria di esperienze, linguaggi e contesti. Radio Onda Rossa è stata lo strumento di informazione e comunicazione di numerose realtà politiche romane e nazionali dell’area dei movimenti extra-parlamentari, e nelle sue trasmissioni ha dato conto, spesso in diretta dagli eventi, di passaggi cruciali della recente storia repubblicana. Essa costituisce tuttora una viva realtà radiofonica. Nella presente collezione si è scelto di pubblicare 52 file digitali (3 del 1977, 47 del 1978, e 2 del 1979).
52 file mp3, della durata complessiva di 44:41:39
Musicassette, audio
Data di produzione dei materiali: 1977-1979
Data dei contenuti: 1974-1979
Lingua: Italiano
Indice e thesaurus: Salvatore Corasaniti, Filippo Spanu
Soggetto Produttore
Radio Onda Rossa, Roma
Radio Onda Rossa è un’emittente radiofonica indipendente, fondata a Roma dai Comitati autonomi operai (Cao) il 24 maggio 1977, sulla scorta della sentenza n. 202/1976 della Corte costituzionale con la quale veniva liberalizzato l’accesso alle diffusioni radiofoniche e televisive in ambito locale.
Le trasmissioni – inizialmente effettuate sulle frequenze dei 93.300-93.450 MHz in FM – erano prevalentemente in diretta e riguardavano dibattiti, manifestazioni, assemblee, scontri di piazza, iniziative di lotta nei quartieri, nei posti di lavoro, nelle scuole e nell’università.
Negli anni 1977-1978 vi furono un paio di chiusure temporanee, in occasione di manifestazioni di piazza in cui erano avvenuti scontri.
Il 22 gennaio 1980 venne eseguita una perquisizione della sede della radio (in via dei Volsci 56, Roma), vennero sequestrate le apparecchiature e apposti i sigilli. Il reato contestato era sostanzialmente quello di associazione sovversiva. Nel maggio 1980, dopo la costituzione della Cooperativa culturale Laboratorio 2001, che rilevò la proprietà della testata e le attrezzature non soggette a sequestro, l’emittente tornò di nuovo in condizione di poter trasmettere.
Nella notte tra il 12 e il 13 ottobre 1982 una bomba esplose davanti alla porta della sede e rese inagibile il palazzo. Una attiva mobilitazione permise di allestire, fin dai giorni successivi, uno studio radiofonico in strada, per continuare a trasmettere.
La vita della radio rimase piuttosto travagliata anche negli anni suuccessivi. Il 1 luglio 1987, in attuazione del "Piano di Ginevra", accordo internazionale sulle frequenze radiofoniche, Radio Vaticana si installò sulla frequenza 93.300 MHz di Radio Onda Rossa, oscurandone il segnale. Iniziò un periodo di grande difficoltà della radio, in quanto l’oscuramento quasi completo del suo segnale si prolungò per otto anni e mezzo. La redazione decise di continuare a trasmettere sulla stessa frequenza, anche attraverso soluzioni tecniche creative e artigianali che disturbavano a volte i programmi di Radio Vaticana. Nel 1995, a seguito della chiusura di una radio commerciale, si liberò una frequenza (87.9 MHz in FM). Dopo infruttuose trattative con il Ministero delle comunicazioni, la redazione decise l’occupazione di quella frequenza. Pochi giorni prima di Natale la radio organizzò una manifestazione a piazza Venezia e trasmise per la prima volta, dagli altoparlanti di un furgone, sulla nuova frequenza occupata dal proprio trasmettitore.
Nel 2001, l’anno del G8 di Genova, Radio Onda Rossa costituì insieme ad altre sei radio italiane, Radio GAP (Global Audio Project). Si trattava della prima sperimentazione in Italia della tecnologia che consente di ascoltare la radio in streaming via internet. Radio GAP trasmetteva da un’aula della scuola Pascoli di Genova nel Media Center del Genoa Social Forum e divenne la voce ufficiale del movimento antagonista che si ritrovò a Genova. Infine, nel 2002, in base ad un piano di riordino radio-televisivo proposto dal Governo Berlusconi, la radio avrebbe dovuto lasciare la sua frequenza, senza alcuna garanzia di poter trasmettere da un’altra. La redazione, a seguito di una campagna di protesta e contestazione, riuscì a conservare la sua frequenza di trasmissione.
Date di esistenza: 1977-
Soggetto Conservatore
Radio Onda Rossa, Roma
Via dei Volsci, 56 - 00185 Roma (RM)
Radio Onda Rossa conserva un cospicuo archivio, costiuito di vari formati (musicassette, VHS, a cui si aggiungono supporti di registrazione digitale), organizzati in ordine cronologico e per argomento, concernenti trasmissioni tematiche settimanali, dirette di convegni e assemblee pubbliche, interviste a esponenti dei movimenti sociali e del mondo della cultura e della politica, oltre alle cronache in diretta di manifestazioni ed eventi pubblici.
La redazione di Radio Onda Rossa si è posta sin da subito il problema della registrazione delle proprie trasmissioni, sia per ragioni di sicurezza relative a possibili incriminazioni per l’utilizzo del mezzo sia per fini di documentazione. Vi era, però, un limite tecnologico alla creazione di un archivio radiofonico sistematico: il supporto utilizzato, costituito da musicassette, la cui capienza limitata e il cui costo suggerì di selezionare il materiale da preservare. In diversi casi, infatti, si è fatto ricorso alla pratica della sovraincisione di una registrazione su un nastro precedentemente utilizzato, il cui contenuto originario è stato quindi considerato sacrificabile.
La politica di conservazione attuata dall’emittente ha puntato a conservare quanto era attinenente ad alcuni momenti della sinistra cosiddetta rivoluzionaria: assemblee, conferenze stampa, convegni, comizi aperti, a svantaggio delle trasmissioni autogestite o di programmazione redazionale.
La specificità delle fonti broadcasting risiede nelle caratteristiche di flusso del loro contenuto, non ordinato in modo discreto come può essere quello di altre tipologie di fonti. Ciò pone un problema di riconoscimento e definizione dell’oggetto o tema specifico della singola unità documentale, in quanto un singolo nastro può contenere al suo interno registrazioni di momenti diversi dell’attività dell’emittente; anche qualora a un dato supporto corrisponda una sola e ininterrotta registrazione (trasmissione, corrispondenza audio o diretta radiofonica), si dovrà tenere in considerazione la natura della radio, caratterizzata da una dinamica di flusso difficilmente segmentabile in coerenti unità di senso esprimibili per mezzo di una o più parole chiave.
Ogni audiocassetta riporta, oltre al titolo (con cui viene riassunto il suo contenuto) e alla durata, un codice alfanumerico per mezzo della quale il materiale è organizzato tematicamente. Per gli anni oggetto del presente progetto tale codice risulta strutturato come segue:
– la prima lettera equivale all’indicazione dell’anno, a partire da quello di nascita dell’emittente, secondo lo schema A = 1977, B = 1978, C = 1979, D = 1980: per comodità e maggiore fruibilità immediata di tutte le informazioni essenziali per la consultazione dell’unità documentale, in sede di digitalizzazione si è preferito aggiungere prima del codice la data per esteso; i file sono quindi attualmente così denominati: aaaa-mm-gg-codice identificativo;
– la seconda lettera rappresenta la tipologia di registrazione: A = redazione; B = adr (agenzia documentazione repressione); C = esteri; D = energia/ambiente; E = scuola; F = antifascismo; G = militare; H = lavoro; L = femminismo; M = sociale; N = emarginazione; P = satira; R = cultura/spettacolo; S = varie; T = psicologia; U = trx (trasmissioni) autogestite; V = scienza/economia;
– infine, è indicata la numerazione progressiva dei nastri per ogni anno di registrazione.